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Il prezzo del Bitcoin è connesso all’aumento dell’inflazione?
Durante la corsa del mercato rialzista del 2020, quando il Bitcoin ha raggiunto i 68.566,83 dollari, il suo prezzo più alto di tutti i tempi, sono emerse diverse teorie sull’inflazione. Una delle più diffuse è che il Bitcoin potrebbe essere utilizzato come copertura dai rischi contro l’inflazione.
I sostenitori del Bitcoin spesso associano la stampa di valuta aggiuntiva da parte del sistema monetario fiat ad un atto malevolo delle banche centrali volto a esercitare il controllo sulla popolazione. Sostengono, infatti, che svalutare il valore di una valuta aumentandone l’offerta contribuisca all’aumento dell’inflazione, che a sua volta porterà a una forza lavoro più precaria e più facile da controllare.
Che tu sia d’accordo o meno con questa teoria, comprendere la relazione tra inflazione e Bitcoin può essere utile a tutti.
Le cause dell'inflazione
La maggior parte delle società moderne aderisce ai principi della teoria monetaria moderna (MMT) e all’idea che la creazione di una piccola quantità di inflazione sia un vantaggio netto per la società. L’aumento dell’offerta di moneta svaluta l’attuale quantità di una valuta in circolazione. Piccoli aumenti dell’inflazione (2-3%) incoraggiano le persone a spendere oggi anziché risparmiare per il futuro. Ciò stimola l’economia, creando posti di lavoro e portando alla crescita complessiva della società.
Tuttavia, l’ inflazione accelera al di fuori di questi livelli gestibili quando una grande quantità di nuovo denaro entra nel sistema in un periodo di inflazione acuta. Quando ciò accade, la popolazione non può più assorbirne l’impatto, portando così a un aumento del risentimento nei confronti dei governi, a una contrazione dell’economia e a un effetto destabilizzante generale sulla società. Tutto ciò alla fine porterà alla fuga di denaro o all’iperinflazione se i tassi di interesse non vengono aumentati per combatterla. Purtroppo, in queste circostanze, gli investitori istituzionali e al dettaglio si trovano in una situazione impossibile da vincere. Pagheranno di più per acquistare beni e servizi a causa dell’aumento dell’inflazione o dovranno far fronte a interessi più elevati su nuovi prestiti flessibili come mutui e linee di credito.
Il Bitcoin rappresenta una copertura dai rischi contro l'inflazione?
Molti credevano che quando il Bitcoin avesse raggiunto il suo massimo storico, sarebbe rimasto una solida copertura dai rischi contro l’inflazione. Il ragionamento era basato sul valore intrinseco del Bitcoin correlato alla sua assoluta scarsità. Poiché l’aumento della quantità di un bene svaluta l’offerta corrente, si credeva che il valore del Bitcoin non potesse scendere, poiché la sua offerta non poteva essere aumentata. È stato quindi ipotizzato che le persone alla ricerca di un bene rifugio dall’elevata inflazione fiat si sarebbero rivolte al Bitcoin, visto che il suo valore non poteva scendere. Ciò avrebbe fatto crescere il prezzo del Bitcoin, creando un circolo virtuoso. In un momento in cui l’inflazione stava accelerando verso la doppia cifra prima di raggiungere il suo picco nel giugno 2022 al 9,1%, questa teoria è stata considerata da molti come plausibile.
Ora sappiamo che quell’ipotesi era sbagliata. Almeno nel breve termine. Diversi fattori non hanno permesso al Bitcoin di diventare una copertura dai rischi affidabile. In primo luogo, la maggior parte degli operatori di mercato non era pronta a cambiamenti delle circostanze macroeconomiche così rapidi. Gli alti livelli di inflazione avevano comportato una significativa riduzione del reddito disponibile degli investitori al dettaglio. Allo stesso modo, gli investitori istituzionali, oltre ad avere salari più alti, si trovavano ormai di fronte a un aumento dei prezzi di beni e servizi nella catena di approvvigionamento. Non era quindi rimasto molto denaro da investire in un asset ad alto rischio come il Bitcoin.
Il secondo ostacolo in cui si è imbattuto il Bitcoin è stato il rapido aumento dei tassi di prestito prime. Da marzo a dicembre 2022, la Federal Reserve ha gradualmente introdotto aumenti dei tassi di interesse dallo 0,25% fino ad arrivare al 4,50% e oltre all’inizio del 2023. Ciò ha costretto molti investitori a cercare liquidità per far fronte al pagamento di questi nuovi interessi, riducendo contemporaneamente proprio la liquidità presa in prestito. Per coprire questi nuovi tassi di interesse, gli investitori sono stati costretti a vendere i loro asset ad alto rischio, inclusi i Bitcoin. Questa pressione al ribasso ha creato una spirale negativa per cui il valore del Bitcoin è sceso a causa delle vendite forzate. Ciò ha spinto altri venditori a uscire dalle loro posizioni, abbassando ulteriormente il prezzo.
Gli eventi imprevisti e i crolli dell’ecosistema Terra, Celcius e FTX hanno solo aggravato questa situazione, poiché enormi quantità di BTC sono state vendute per cercare di evitare la bancarotta. Ogni volta che uno di questi soggetti falliva, il prezzo del Bitcoin crollava ulteriormente.
L’inflazione è connessa al Bitcoin?
Dal 2009, anno della creazione del Bitcoin, al 2021, l’inflazione è rimasta relativamente stabile, superando l’obiettivo della Federal Reserve del 3% solo nel 2011 prima di scendere di nuovo. Allo stesso modo, durante questo lasso di tempo, i tassi di interesse federali non si sono mai avventurati al di sopra del 2,50% e sono scesi rapidamente subito dopo aver raggiunto tale vetta.
Durante lo stesso periodo, il Bitcoin ha visto diverse oscillazioni volatili strettamente correlate ai suoi premi dimezzati.
Solo l’elevata inflazione del 2022 e l’aumento degli interessi da pagare possono essere correlati al calo del valore del Bitcoin, e ciò appare in linea con il più ampio contesto macroeconomico e gli eventi imprevisti all’interno del settoredelle criptovalute. Questo ci porta a credere che, sebbene possa esserci un certo grado di correlazione, è meno probabile di quanto si creda. Inoltre, la correlazione non vuole dire che il valore del Bitcoin sia causato o determinato esclusivamente dall’inflazione.
Conclusioni: Ancora il migliore asset a lungo termine
Il Bitcoin esiste dal 2009. Da allora, ha attraversato molteplici cicli rialzisti e ribassisti che si sono verificati all’incirca ogni quattro anni. Se da una parte non sembra rappresentare una copertura dai rischi a breve termine contro l’inflazione, dall’altra agisce anche in modo relativamente indipendente, ed è senza dubbio diventato l’asset con le migliori performance negli ultimi dieci anni. Di conseguenza, gli investitori che hanno acquistato e detenuto Bitcoin sono stati ricompensati profumatamente.
Tutta questa teoria sul Bitcoin presuppone inoltre che sia un asset da conservare. Tuttavia, il suo obiettivo principale è diventare un forma di liquidità digitale peer-to-peer. Anche se molti investitori lo vedranno sempre come una riserva di valore a lungo termine, serve al suo scopo originale indipendentemente dalla valutazione del prezzo.