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CryptoVantage risponde: le commissioni di Bitcoin stanno aumentando?
Uno degli aspetti più sottovalutati e meno discussi di Bitcoin riguarda le commissioni applicate alle transazioni. Fino a poco tempo fa, non erano considerate rilevanti in quanto stabili e mediamente basse. Se tuttavia non hai seguito la “guerra” scoppiata nel 2017, sulla dimensione dei blocchi, forse potresti pensare che siano sempre state così.
Del resto, fino a poco tempo fa, si parlava quasi esclusivamente del prezzo in fiat di BTC e del premio assegnato quando si effettua il mining di un intero blocco per aggiungerlo alla blockchain. In realtà, queste commissioni di mining hanno ancora un ruolo determinante e in continua evoluzione nell’ecosistema di Bitcoin.
Cosa sono le commissioni di Bitcoin?
Semplificando, potremmo dire che le commissioni sui blocchi costituiscono il costo sostenuto dagli utenti affinché le loro transazioni vengano incluse in un blocco.
Dandogli la possibilità di alzare l’importo della loro commissione per aumentare la probabilità di essere inclusi nel blocco successivo. Allo stesso modo, quando la domanda è ridotta, le loro transazioni possono essere incluse con una commissione inferiore. In base alla domanda del momento, variano il valore della commissione e la percentuale del premio totale del blocco. Più è alta la richiesta di inviare transazioni in Bitcoin, maggiori sono le commissioni. Considerando la loro dipendenza diretta dal mercato, non è certo una sorpresa il fatto che con il tempo siano emerse delle tendenze per quanto riguarda le commissioni.
Perché il valore delle commissioni varia?
Le commissioni del blocco vengono determinate da un equilibrio di base tra domanda e offerta: più sono gli utenti che cercano di includere le loro transazioni nei blocchi, maggiori sono le commissioni. Gli utenti che hanno la necessità urgente che le loro transazioni vengano elaborate sono disposti a pagare di più per raggiungere il loro obiettivo, mentre le transazioni meno importanti vengono posticipate.
In questo senso, non sorprende che queste variazioni di prezzo e tendenze abbiano seguito i cicli di halving di Bitcoin che hanno dato inizio ai periodi di rialzo. Nei cicli precedenti, quando è aumentato l’interesse per questa criptovaluta, molte persone hanno iniziato a inviare transazioni in BTC utilizzando la rete principale. Ciò ha portato a un aumento delle commissioni, che in seguito si sono ridotte quando l’interesse iniziale è venuto meno.
Attacchi DoS (Denial of Service)?
Un aspetto interessante della struttura di Bitcoin è dato dal fatto che la dimensione del blocco è stata limitata a 1 MB. Non è mai stato dichiarato ufficialmente, ma con questa scelta si è voluto applicare una misura antispam per evitare che il network venisse sovraccaricato. Una delle prime preoccupazioni sorte in relazione alla blockchain di Bitcoin era costituita dal fatto che, data la dimensione ridotta del blocco e la bassa velocità di 7 tps, sarebbe stata soggetta ad attacchi DoS; questi consistono nell’inondare il network di microtransazioni per bloccarlo e renderlo inutilizzabile da parte degli utenti medi.
L’idea è stata quindi quella di creare un piccolo blocco da 1 MB per limitare il numero di transazioni che possono esservi inserite. Dal momento che gli utenti possono pagare una commissione più alta per essere inclusi in un blocco, diventa troppo costoso inviare transazioni spam nella rete principale. Questo sistema ha portato alla nascita di tendenze affidabili che seguono i cicli di Bitcoin.
Ciò che però può metterlo in crisi è l’arrivo di una nuova forma di asset digitale di grande successo, come è accaduto con gli NFT durante l’ultima fase rialzista del mercato. In questa situazione, gli utenti sono disposti a sostenere il costo di commissioni alte anche per delle transazioni di basso valore. Per saperne di più, dai un’occhiata ai token BRC-20.
Ordinal e token BRC-20
Alcuni li amano e altri li odiano, ma è innegabile che gli Ordinal abbiano rivoluzionato la blockchain di Bitcoin. Dopo la conclusione della guerra sulla dimensione del blocco e la crescita esponenziale del Lightning Network, molti pensavano che la scalabilità di Bitcoin fosse un problema ormai risolto. Quando nel gennaio del 2023 è stato inserito nella blockchain il primo Ordinal, le commissioni sulle transazioni di Bitcoin sono tornate al centro della discussione.
Secondo il creatore di questa tecnologia, Casey Rodarmor, gli Ordinal si distinguono dagli NFT perché sono iscritti direttamente nella blockchain, invece che in una rete a parte.
Questi elementi digitali hanno riscosso un successo tale che, da gennaio 2023 al 9 maggio dello stesso anno, la loro capitalizzazione totale di mercato ha superato il miliardo di dollari. Al momento della scrittura di questo articolo, sono stati iscritti nella rete principale della blockchain di Bitcoin oltre 10 milioni di Ordinal.
Quest’onda di entusiasmo, però, ha fatto raggiungere valori record alle commissioni sui blocchi che, dopo il picco iniziale segnato durante l’ultima fase rialzista, sono tornati gradualmente ai valori precedenti (tra l’1% e il 4% del premio totale del blocco).
Nella fase più acuta dell’aumento causato dagli Ordinal, a maggio, le commissioni avevano raggiunto una media superiore al 40% del premio del blocco. Come anticipato, al momento stanno tornando al valore precedente ma è bene tenere conto di questa nuova dinamica che si è insinuata nella blockchain di Bitcoin.
Con l’evoluzione dei token BRC-20 dalle memecoin e dai JPEG della scimmia, i loro casi d’uso si espandono e tendono a mettere alla prova la blockchain.
È una funzione, non un bug
La scalabilità ha sempre costituito un problema per Bitcoin. Se consideriamo verosimile che Bitcoin possa diffondersi su scala globale venendo adottato da miliardi di utenti come metodo di pagamento preferito, la questione della scalabilità deve essere risolta. Nel suo stato attuale, la rete principale non può gestire un numero così alto di transazioni, per cui si scatenerebbe il caos con una quantità infinita di transazioni arretrate. I protocolli di layer 2 come il Lightning Network offrono delle soluzioni ma non hanno ancora raggiunto un livello di sviluppo sufficiente.
Per quanto riguarda gli Ordinal, rimane valido il detto secondo cui la necessità è la madre dell’innovazione e la community di Bitcoin può contare su alcune delle menti più brillanti del settore. Uno dei progetti che punta a risolvere il problema della scalabilità di BRC-20 è un prodotto di Defi chiamato ALEX. È uno dei pochi a operare sul network di Bitcoin e, fin dall’ascesa dei token BRC-20, ha lanciato un DEX di layer 2. Creando una soluzione di layer 2, ALEX è in grado di elaborare transazioni su un layer a parte per poi raggrupparle sulla rete principale, riducendo così il livello di congestione del network di Bitcoin.
Con l’evoluzione di queste nuove alternative di layer 2, sarà interessante scoprire quale direzione prenderà l’ecosistema in futuro. Le tendenze indicano che le commissioni sui blocchi diminuiranno mano a mano che verranno create soluzioni di layer 2. Con il prossimo evento di halving tra meno di un anno, però, potrebbero sorgere delle tensioni tra i miner e gli utenti se le commissioni sui blocchi continueranno a essere minimizzate grazie a queste opzioni di layer 2.